2025

Sabato 11 ottobre, papa Leone XIV ha recitato il rosario per la Pace in Piazza San Pietro, invitando tutta la Chiesa “a pregare il Rosario per la pace, ogni giorno del prossimo mese, personalmente, in famiglia, in comunità”.

Anche la Federazione italiana scuole materne ha raccolto con gioia l’invito del Papa. Le scuole dell’infanzia sono luoghi privilegiati per accogliere questo richiamo. Qui si conosce il mondo attraverso il tatto, il gesto, lo sguardo, l’abbraccio, la parola; la cura quotidiana è già una scuola di pace ove i piccoli stessi sono maestri e insegnanti!

Anche la preghiera, accanto al gioco, alle tantissime attività pedagogico- educative e alla didattica, si inserisce a pieno titolo nella vita scolastica, nel rispetto delle “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia” (2012) e “Educare al dialogo interculturale nella scuola cattolica” della Congregazione per l’educazione cattolica (2013). Alla provocazione “Definisci bambino”, noi non cerchiamo parole precise, categorie psicologiche, descrizioni educative. Nessuna definizione può contenere il mistero di un bambino. Il bambino non si “definisce”: si accoglie, si contempla, si custodisce. Il bambino è presenza di vita allo stato puro, è la parte più fragile e vera dell’umanità. Davanti a un bambino, ogni adulto è rimandato alla propria origine, al momento in cui anche lui è stato pensato, voluto, amato.

Ecco perché la risposta che la fede cristiana suggerisce non è un concetto, ma una benedizione: “Benedetto il frutto del tuo ventre”. È la parola che Elisabetta rivolge a Maria, stupita per la visita della Madre del Signore. Non una definizione, ma un riconoscimento: il bambino è benedizione, dono, mistero di vita che viene da Dio. Quel “frutto del tuo ventre” non riguarda solo Maria, ma ogni madre, ogni padre, ogni grembo che genera, ogni comunità che accoglie. Ogni bambino è un “frutto benedetto” perché in lui si rinnova il miracolo della creazione.

Per questo, abbiamo proposto a tutte le nostre comunità scolastiche di condividere momenti di preghiera per tutti i bambini e le bambine della Terra che vivono in condizioni di dolore, di sofferenza e di morte e che sono testimoni e vittime di tutte le brutture orrende “dei grandi”. Attraverso una traccia di preghiera per battezzati e una per bambini di altra cultura e religione, le scuole sceglieranno un tempo e uno spazio in questa settimana per vivere un’esperienza viva di spiritualità con i bambini e, se è possibile, con le famiglie e con le comunità. Lo slogan è “Diamo una carezza di pace a tutti i bambini del mondo” perché si rifà all’appello di papa Leone e alla “carezza” di papa Giovanni XXIII. Infatti, la sera dell’11 ottobre 1962, dopo l’apertura in mattinata della Grande Assise, affacciatosi a sorpresa sulla Piazza improvvisò quel celebre “Discorso della Luna” dicendo: «Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa».

Siamo chiamati a diventare “educatori di pace e di preghiera”: uomini e donne che non definiscono, che non si rassegnano alla violenza, all’ingiustizia e alla guerra, ma che, attraverso il loro lavoro quotidiano con i piccoli, sanno custodire la speranza. Insegnanti, genitori, comunità educanti: tutti possiamo imparare a guardare il mondo con gli occhi dei bambini e imparare da loro perché, come disse Gesù, “se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei cieli”.

Don Mario Della Giovanna, Consulente ecclesiastico nazionale Fism

Avvenire, 14 ottobre 2025

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